
Caro papà,
vorrei che il tempo facesse un giro e ti riportasse qui da me.
Uno davanti all’altra, di nuovo insieme. Guardare nei tuoi occhi chiari, così onesti, dove il grigio diventa azzurro del cielo. Io, così scura, poterti accogliere nei miei.
Sei andato via troppo presto, quando non avevo ancora maturato la capacità di starti accanto come avrei voluto, come avrei dovuto.
Mi hai passato per osmosi d’amore qualità che appartengono a entrambi. Come te sono un sognatore, a dispetto di tutto ciò che accade intorno. Ho imparato a leggere nel tuo silenzio, che è anche il mio, dove mi rifugio per timidezza, per paura, per poter essere libera di vivere la mia realtà.
Ti ho accompagnato un giorno al treno, tanti anni fa, andavi a salutare tuo fratello, che partiva per il suo lungo viaggio. Riuscii allora a dirti “ti voglio bene”, cercando di colmare con l’urgenza del momento tutti gli anni, i giorni, ogni istante della nostra vita.
Papà caro, mia fortezza, mio punto di riferimento. Avrei tanto bisogno di te, di parlarti, di sentire il tuo tocco gentile, della tua saggezza più grande delle parole trattenute, della tua semplicità ricca di sfumature.
In tutto questo tempo so che mi sei stato sempre vicino, tante volte mi hai consigliato, molte volte mi hai supportato, anche quando non me ne accorgevo.
Mi hai insegnato tutto, solo con tuo esempio, mostrandomi il senso del sacrificio, la saldezza delle radici, dove dirigere il mio amore. Hai perdonato ogni mio errore, senza mai farne accenno. So quanto hai sofferto per ogni mio dolore, per ogni mia caduta.
Ho sbagliato tanto, trascinandomi dietro lunghi rimpianti. Vorrei avere versato meno lacrime per illusorie chimere e aver dedicato il mio tempo a conoscerti di più, giocare a carte insieme, cucinare con te, ridere e dirti ogni giorno grazie.
Quando cammino tra gli alberi, dove il verde è pace, abito il tuo universo, le piante che amavi tanto. Mi piacerebbe ora passeggiare con te, tenendoci per mano, ritrovarci nell’oasi del nostro dialogo silenzioso, dare voce ai sentimenti che ho tenuto sottoterra e farli sbocciare come la primavera che si muove attorno.
Eppure saperti nella dimensione della luce, al riparo in questo tempo oscuro, mi solleva.
E il pensiero di te mi rasserena, sgretola i detriti del passato e sento forte quell’abbraccio con cui vorrei stringerti e che mi avvolge, tenero come ogni gesto che ricordo.
E te lo dico ancora “ti voglio bene”, per ogni momento che mi hai dedicato, dalla mia nascita, fino all’eternità.
Tua figlia, per sempre.
vorrei che il tempo facesse un giro e ti riportasse qui da me.
Uno davanti all’altra, di nuovo insieme. Guardare nei tuoi occhi chiari, così onesti, dove il grigio diventa azzurro del cielo. Io, così scura, poterti accogliere nei miei.
Sei andato via troppo presto, quando non avevo ancora maturato la capacità di starti accanto come avrei voluto, come avrei dovuto.
Mi hai passato per osmosi d’amore qualità che appartengono a entrambi. Come te sono un sognatore, a dispetto di tutto ciò che accade intorno. Ho imparato a leggere nel tuo silenzio, che è anche il mio, dove mi rifugio per timidezza, per paura, per poter essere libera di vivere la mia realtà.
Ti ho accompagnato un giorno al treno, tanti anni fa, andavi a salutare tuo fratello, che partiva per il suo lungo viaggio. Riuscii allora a dirti “ti voglio bene”, cercando di colmare con l’urgenza del momento tutti gli anni, i giorni, ogni istante della nostra vita.
Papà caro, mia fortezza, mio punto di riferimento. Avrei tanto bisogno di te, di parlarti, di sentire il tuo tocco gentile, della tua saggezza più grande delle parole trattenute, della tua semplicità ricca di sfumature.
In tutto questo tempo so che mi sei stato sempre vicino, tante volte mi hai consigliato, molte volte mi hai supportato, anche quando non me ne accorgevo.
Mi hai insegnato tutto, solo con tuo esempio, mostrandomi il senso del sacrificio, la saldezza delle radici, dove dirigere il mio amore. Hai perdonato ogni mio errore, senza mai farne accenno. So quanto hai sofferto per ogni mio dolore, per ogni mia caduta.
Ho sbagliato tanto, trascinandomi dietro lunghi rimpianti. Vorrei avere versato meno lacrime per illusorie chimere e aver dedicato il mio tempo a conoscerti di più, giocare a carte insieme, cucinare con te, ridere e dirti ogni giorno grazie.
Quando cammino tra gli alberi, dove il verde è pace, abito il tuo universo, le piante che amavi tanto. Mi piacerebbe ora passeggiare con te, tenendoci per mano, ritrovarci nell’oasi del nostro dialogo silenzioso, dare voce ai sentimenti che ho tenuto sottoterra e farli sbocciare come la primavera che si muove attorno.
Eppure saperti nella dimensione della luce, al riparo in questo tempo oscuro, mi solleva.
E il pensiero di te mi rasserena, sgretola i detriti del passato e sento forte quell’abbraccio con cui vorrei stringerti e che mi avvolge, tenero come ogni gesto che ricordo.
E te lo dico ancora “ti voglio bene”, per ogni momento che mi hai dedicato, dalla mia nascita, fino all’eternità.
Tua figlia, per sempre.