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LETTERE D’AMORE


1° gennaio

“Ciao, ti scrivo per prendere un po’ di confidenza con te. Ci siamo appena incontrati e ci sono così tante cose che vorrei conoscessi. Sono così felice di sapere che esisti e che sei qui per me. Il nostro viaggio forse non è ancora iniziato, ma il vento spira nella direzione giusta, per soffiare sulle vele. Andremo lontano, lo so. Diventeremo amici, confidenti, compagni inseparabili. Prima che tutto questo succeda dovrà passare molto tempo, ma ogni attimo trascorso trasformerà la nostra storia. Sarà bello passare la mia vita con te. A presto, amore.”

2 gennaio

“Amore mio, voglio scrivere subito quello ci è successo, perché ho paura che la memoria mi inganni se aspetto troppo. Voglio fotografare ogni particolare della nostra giornata. È cominciato tutto come un normale pomeriggio, anche se penso che niente sia normale quando siamo insieme. Ci siamo incamminati verso il parco, il vento era forte e freddo, ma noi ridevamo. Ci siamo infilati nel piccolo bosco, ai margini della città. Abbiamo parlato tanto e poi siamo stati in silenzio, ma era come se ci scambiassimo ancora impressioni sulla bellezza degli alberi, sul cielo terso e la luce che scendeva, creando ghirigori rossi e gialli. L’ho saputo fin da subito che avremmo imparato a comunicare vibrando sulla stessa onda. Così conosco le parti più nascoste di te, quelle che a voce non si possono svelare. Comunque, eravamo nel mezzo del tramonto, cominciavano a sentirsi gli uccelli rapaci, non so quali abitino queste piante, ma il risuonare dei loro versi mi lascia affascinata, sull’orlo di un mondo misterioso. Al uhu uhu si univa lo stormire tenue delle fronde e un altro  suono. Non era un uccello, pensammo ad un animale ferito, un lamento, quasi un pianto leggero, saliva da qualche parte lì intorno. Andammo verso i cespugli, al margine di un prato. Era difficile scorgerlo tanto era raggomitolato e del colore della terra su cui giaceva. Un cucciolo, un batuffolo di cane, arrivato lì non si sa come. Lo avvolgemmo nella tua sciarpa (è diventato la sua cuccia) e, stringendolo ai nostri cappotti, andammo via, noi tre avvinghiati. Gli ho appena dato del latte e ora dorme. Lo guardo e l’amore che provo per lui aumenta ancora di più quello che sento per te. Grazie. A presto.”

……….

7 gennaio

“Come bambini, ieri abbiamo festeggiato la Befana. Tu, io e il nostro cagnolino, Welcome. Lo abbiamo chiamato così, per fargli sentire che è benvenuto nella nostra famiglia (la sento già così) e nella vita. Ho assaggiato il carbone dolce che mi avevi messo nella calza. Mi sono quasi spezzata un dente ed era troppo dolce, non so come facesse a piacermi tanto quando ero piccola. Sono felice, è stata una giornata stupenda. E il regalo che mi hai fatto, beh, forse non me lo aspettavo, non così presto. L’ho indossato, al mio polso brilla come una cascata di diamanti, non importa che non lo siano. Riesci a stupirmi e questo aggiunge valore alla nostra relazione. Spero di riuscire a sorprenderti anch’io, ogni tanto, con qualche pensiero stravagante. Fra poco ci vedremo e ti abbaglierò, stai attento, con il mio braccialetto e con il mio sorriso. Quello che da ieri non riesco a togliermi dal viso.”

……….

25 gennaio

“L’inverno è al pieno della sua forza. Tu mi dai tanto calore e, quando non sei con me, abbraccio Welcome e  intiepidiamo il freddo. A volte mi dispiace che non tu sia con noi, ma un giorno abiteremo insieme. Adesso hai i tuoi impegni e un’esistenza che è giusto che non sia sconvolta all’improvviso. È bello anche così, è come prepararsi per un appuntamento speciale, con la certezza che avverrà. Spero che tu non stia lavorando troppo. Ti invito a casa per una bella cioccolata calda e tante coccole, per te e Welcome.”

……….

3 febbraio

“Lo sai, anche io ho un impiego che mi porta via parte della giornata. Mi piace anche se preferirei dedicarmi ad altro. In più devo lasciare il nostro piccolo batuffolo da solo tutta la mattina. Sto pensando di cambiare, di cercare qualcosa di diverso. Poi ne parliamo insieme. Sono un paio di giorni che non ci vediamo. Anche se vorrei averti sempre accanto so che è normale e sono serena. Oggi tornerò nel bosco a fare una passeggiata, ti penserò, anzi ti penseremo. Domani sera ti preparerò una cenetta che ti farà leccare i baffi. Vieni affamato, perché non mi risparmierò. Un bacio.”

……….

15 febbraio

“Che notte, indimenticabile! Hai deciso di rimanere qui, è stata la prima volta. Un altro piccolo mattone per il nostro amore. Non te l’ho chiesto, semplicemente mi hai preso tra le braccia e ci siamo svegliati ancora così. Credo che sarò distratta tutto il giorno, sentirò le tue dita scivolarmi addosso e sarà come essere ancora a letto, teneramente addormentati l’una nei sogni dell’altro. Non è che non conosca i tuoi baci e le tue carezze, ma qualcosa di nuovo si è instaurato nei nostri incontri. E mi piace.”

……….

1° marzo

“Il ghiaccio ormai è sciolto già da un po’. Per trovare il caldo bisogna aspettare mezzogiorno, ma il profumo dell’aria è cambiato. Mi hai donato delle margherite, con tenerezza le hai raccolte e me la hai porte. Sembravi quasi timido, un ragazzo al suo primo tentativo di conquistare una donna. E hai arruffato la testolina del cane, come a volermi ingraziare. Incredibile, tu sei incredibile! A vederti , al primo sguardo, sembri così sicuro, un uomo saldo, senza incrinature. Apri spiragli di fragilità, o forse solo di delicatezze inconfessate, sfumature del tuo ampio spettro di figure. Non bisognerebbe mai fermarsi all’apparenza, così ci hanno insegnato, ma in verità bisogna rendersi disponibili a farsi guardare. E tu, con me, lo fai sempre più spesso. Ti amo.”

……….

21 marzo

“Oggi non potevo proprio esimermi dallo scriverti. È il primo giorno di primavera. Welcome abbaia felice, come percepisse la novità, l’arrivo di lunghe passeggiate e sole caldo sotto cui rotolarsi. Ho voglia di buttarmi anch’io sui prati e di ridere, di ridere… Ti aspettiamo, allo stesso posto, alla stessa ora. Se non potrai venire, saremo lì anche domani. Ciao.”

……….

22 marzo

“Sei arrivato e, sorpresa, ti aspettavo con un mazzolino di fiori in mano. Ti ho spiazzato, per un attimo ho visto i tuoi occhi spalancarsi. Poi la tua bocca si è aperta in un sorriso così grande che avrebbe potuto passarci dentro un treno. E non la chiudevi più. Ti ho detto “Attento che mangerai moscerini!” e tu hai riso e hai chiuso le labbra, ma sono rimaste tirate su per qualche secondo ancora e poi mi hai baciato. I fiori mi sono caduti di mano. Credo che li laverò ben bene e li metterò nell’insalata, un condimento d’amore. Anche questo ti stupirà.”

……….

7 aprile

“Mi ha scritto una cara amica, che non vedo da tempo. Domani la incontrerò, dobbiamo rimandare il nostro giro in centro. Sono certa che non ti dispiacerai. Sono felice di rivedere Silvia, ci siamo perse di vista, ma siamo state sempre molto legate, è un’amica adorabile. Sono felice di poterla riabbracciare, di passare con lei tanto tempo, ore e ore a chiacchierare. Le parlerò di te, è inevitabile.”

……….

25 aprile

“È festa, ma tu non ci sei. Impegni in famiglia. Sono nel mio piccolo giardino, cerco di dipingere. Non so se sia brava, però mi rilassa e porta a galla cose di me che magari non noto. Welcome osserva, cerca forse di capire cosa ci sia di così interessante nel passare un pennello su una tela. Sospira e si accuccia vicino a me. E questo è il quadro più bello. Ti farò vedere il dipinto solo quando sarà finito, non venire a sbirciarlo. Intesi?”

……….

15 maggio

“Stiamo programmando una piccola vacanza. Probabilmente sceglieremo la campagna, un posto di pace, con tanto spazio per camminare, parlare, sognare. Porteremo Welcome con noi, ma questo non ci sarebbe neanche bisogno di dirlo. Coglieremo un’intimità nuova, magari scopriremo qualche piccolo difetto che finora non avevamo notato. Meglio così, la perfezione mi spaventa, è come un vaso di cristallo che hai sempre paura di rompere. Faremo qualche coccio, ma saranno di quelli che non c’è bisogno di aggiustare. Per cui niente colla, porterò solo il mio buonumore e le scarpe da ginnastica. Comincio a preparare la valigia.”

……….

31 maggio

“Mi piace scrivere alla fine del mese, volto pagina nel passare dell’anno. Cosa scriviamo di nuovo? Ci sarebbe tanto da dire, abbiamo trascorso questo tempo come se fossimo sempre al nostro ultimo giorno, come se non ci fosse un domani. Sembra strano, per una storia bella come quella che stiamo vivendo. Non era la certezza di non vederci più, bensì la consapevolezza che ogni momento è prezioso. Adesso respiriamo con più calma, ci godiamo ogni istante, sapendo che saremo sempre qui una per l’altro. Sta per arrivare l’estate, per me è stata sempre la stagione del mare. Non so neanche se tu sai nuotare. Fammi sapere se, insieme al costume nuovo, devo comprare anche una ciambella.”
¬
……….

3 giugno

“Avrei dovuto immaginarlo, anzi me lo sentivo. Vacanze in montagna, tu passi le tue vacanze sui monti. Credo che questo sia davvero un momento critico, il primo che affrontiamo. Non ne avevamo mai parlato, neanche durante la gita di maggio. Forse davi per scontato che il mio amore per la natura mi facesse sognare scarpinate in salita e soste nelle baite. Ah, ah … sto scherzando. Sarà un piacere fare la capretta insieme a te, anche Welcome si divertirà. Spero non ti negherai, però, un tuffo tra le onde insieme a me. Vorrei che tu scoprissi anche i miei abissi, il pensiero che si srotola nell’acqua, la mia nave che parte verso l’ignoto. Sarà una lunga estate, non vedo l’ora che arrivi.”

……….

15 luglio

“Riprendo a scriverti solo adesso, alla fine di un periodo magico. Ero certa che sarebbe stata una fantastica avventura, ma i dettagli che l’hanno riempita hanno trasformato una previsione in una realtà al di là di ogni aspettativa. Ti amo così tanto. Grazie per essermi accanto, per dividere con me i tuoi giorni, la tua freschezza, la tua vitalità. Grazie per accettarmi così come sono, senza cercare di cambiarmi. E per comprendere in questo abbraccio il nostro piccolo batuffolo, senza il quale non potrei più vivere. Non ho paura di tornare ai ritmi abituali, tanto ormai ho capito che non c’è niente di banale in tua compagnia.”

……….

5 agosto

“Non litighiamo mai, potrebbe sembrare strano, per alcuni anche noioso. In realtà abbiamo opinioni diverse, ci confrontiamo, discutiamo. Quando non ci troviamo d’accordo non ci calpestiamo i piedi, non urliamo. Speso rifletto sui tuoi punti di vista, a volte li condivido, almeno in parte. Ci mostriamo a vicenda lati diversi delle situazioni. Tu sei più pragmatico di me, anche se non troppo. Io sono una sognatrice, e mi prendi un po’ giro per questo. Condividiamo le idee sul futuro, siamo stati educati entrambi abbastanza bene da portare rispetto a noi, agli altri, alla natura, agli animali, all’universo intero. Anche se non condividiamo sempre il percorso, navighiamo nella stessa direzione. La tua integrità è la dote che più apprezzo in te. Non potrei amarti, altrimenti. L’altro giorno ti ho coinvolto in una meditazione e, lo sai, il tuo chakra superiore è più esteso del mio, vi penetra una luce cristallina che farebbe invidia ad un santone. Pragmatico, ma integro e anche un po’ santo. Potevo desiderare di più?”

……….

18 agosto

“Mi hai raccontato dei tuoi genitori, che abitano in un altro quartiere. Non li vedi spesso ma sei in contatto con loro e gli vuoi molto bene. Questo non me l’hai detto ma si capisce da come ne parli. L’orgoglio per tuo padre, la tenerezza per tua madre. Probabilmente li conoscerò, ne sarò contenta. Io e te non abbiamo mai parlato di matrimonio, francamente non mi interessa. Avrai capito che non sono un tipo proprio convenzionale, così come non parteciperò ai pranzi domenicali della famiglia, non a tutti almeno. Del resto non è nelle tue abitudini. Entrare a contatto con la tua famiglia sarà, però, un onore. Tu vieni da lì e quello che sei, in parte, dipende anche da questo. Io vivo sola da molti anni, ma non ho scordato i miei. Sono stati l’aratro che ha percorso i miei solchi, fino a che non sono diventata contadina della mia terra. Loro sono volati in cielo, ci parliamo attraverso i sogni. Sono sicura che approvano la mia scelta e benedicono la nostra unione. E questo per me vale più di un “sì” formale. Non potrai conoscerli direttamente, vedrai alcuni riflessi nel mio modo di porgermi alla gente, o nella mia timidezza. Tutto quello che siamo ha un’origine antica, che si dipana nel tempo. Fino a esprimersi in quel che siamo nel momento presente. Forse sorriderai di questo, o forse no, perché dentro di te sai che l’amore non è una promessa fatta tra due visi che si attraggono. È un’eredità che ci portiamo dentro e che ora mi sospinge verso… verso di te…”
……….

1° settembre

“Stiamo entrando sempre più in confidenza. Mi sembra di conoscerti da sempre. Forse sei davvero la mia anima gemella. Ho pianto tante volte per una delusione, occhi che non sono riuscita ad incontrare. Non posso dire di aver vissuto il grande amore. Per anni l’ho aspettato, desiderato e poi visto andar via senza nemmeno essersi fermato presso la mia casa. Lo stuoino con la scritta “Benvenuto” è rimasto sempre davanti alla mia porta, pronto se qualcuno avesse chiesto di entrare. Come ci insegna il nostro cagnolino, per farsi dire “Avanti” bisogna farsi sentire. Così ho smesso di aspettare con le mani in grembo. Ho cominciato a vivere, a respirare. A chiamare “Amore”. Hai sentito il mio richiamo? Sono certa di sì.”

……….

28 settembre

“Questa data mi riporta al giorno in cui trovai un altro Welcome per strada. Era un cane diverso e il suo nome era Bull. Un meticcio, taglia media, dal muso più rassegnato che triste. Lo avrei preso anche se fosse stato l’animale più brutto del mondo. Te ne saresti innamorato anche tu. Adoravo quando le sue zampe piene di terra atterravano gioiose sulle mie gambe, lasciandomi i segni della sua felicità. E quando si stendeva accanto a me, sereno e pieno di fiducia. Nessun mondo crudele può sconfiggere la tenacia di un cane, nel vedere la vita come un posto pieno d’amore e di cose possibili. Bull e tanti altri mi hanno insegnato a tenere pulito lo zerbino, a preparare una tazza di tè, a sistemare il cuore perché sia sempre pronto all’accoglienza. Senza di lui, senza di loro non ti avrei mai conosciuto.”

……….

10 ottobre

“Bull andò via, anni dopo, lo stesso giorno in cui morì mio padre, anche se in un tempo diverso. Ho dovuto aspettare prima di avere il coraggio di togliere il catenaccio che avevo messo a mia difesa. Perché il dolore fa male e l’amore non ne è esente. Ma non lo spegne e continui a sentire la sua voce. Così è passata Sasha, coltivando una fioriera che non perde mai le gemme. Guardando Welcome mi sembra di sentire intorno a lui abbai di soddisfazione. E sento di fare la cosa giusta, di non sprecare la lezione che mi è stata impartita. Non potrebbe esserci peggior delusione per un maestro che veder fallire il proprio allievo. Ecco, anche questa sono io. Lo stai imparando e sento che ti piace. Sono sempre più convinta che ci renderemo felici a vicenda.”

……….

28 ottobre

“Tanti auguri a te… Auguri, amore mio. Oggi è il tuo compleanno, non volevi dirmelo, ma io l’ho scoperto. Dovrai mangiare la torta al cioccolato che ti ho preparato e prenderti tutto quello che ti spetta. Non c’è da discutere, ci sono anniversari che non possono essere dimenticati e io voglio festeggiare la tua nascita. Grazie, 28 ottobre, giorno memorabile, di avermi portato il mio compagno. Per me questa data sarà sempre in rosso sul calendario!”

……….

12 novembre

“Un altro anno volge al termine. Forse è un po’ presto per pensarci ma comincio a passare in rassegna questo tempo speciale. In genere non trovo interessante capodanno e tutte le pazzie che comporta, sono piuttosto sobria in questo caso. Stavolta, però, è diverso, è il mio anno speciale. L’amore ha travolto la mia vita e io mi sono lasciata sopraffare da tutte le direzioni. Ho chiamato (“Amore”), ho lasciato aperta la porta (“Welcome”), ho accettato con gratitudine. Non ho mai perso la speranza, né atteso alla finestra con le lacrime agli occhi. Ho lavorato, gioito e coltivato la mia fede. Davvero un buon raccolto. Se avessi desistito, pensando alla possibilità del fallimento, non sarei arrivata fino a qui, al margine del paradiso.”

 ……….

30 novembre

“Sono davvero eccitata. Ho già passato in rassegna tutti i negozi del centro. Ho annotato due o tre cose davvero interessanti, magari domani ripasso e ne prendo almeno una. Non mi getterò nella mischia, ma non posso rinunciare a comprarti il regalo del nostro primo Natale. Welcome ha già avuto un cappottino rosso, per ripararsi dal freddo più intenso. Così potremo uscire anche se farà la neve. Non dovrei rivelartelo, ma c’è qualcosa di rosso per tutti noi. Non posso dire di non aspettarmi niente, solo un pensiero, una poesia scritta da te, o un piccolo origami a forma di gru. Qualcosa che hai toccato o che hai immaginato di creare, anche la descrizione sarà sufficiente e troverà spazio sotto l’alberello finto, addobbato con gli ornamenti di quando ero bambina. Assaporo la mia visione come un dolce gustoso: il tuo viso vicino al mio, i nostri sorrisi che si toccano, un bacio tra noi e la piccola coda che si agita tra le nostre gambe. Ti ho già parlato del paradiso, vero? Ora ci siamo dentro.”

……….

4 dicembre

“Dovrò parlarti prima o poi di un fatto importante, aspetto ancora alcuni giorni, per trovare le parole giuste. Oggi lo dedico ad alcuni ricordi. Alla fine di luglio eravamo al mare, un pomeriggio, sul tardi, la spiaggia si stava svuotando. Si era alzata la brezza e portava l’odore salmastro del mare alle nostre narici. Sui tuoi capelli il riflesso del sole e in me la voglia di accarezzarli. Mi tornò in mente la mano di mia madre che lisciava i miei e il piacere che mi dava quella carezza leggera. Non ti toccai, forse per il timore di rovinare la perfezione di quel momento. Tu ti girasti e mi dicesti “Grazie”. Ed io quasi piansi dalla commozione.
In montagna, qualche settimana prima, prendesti Welcome in braccio e lo appoggiasti all’apertura dello zaino che portavi sulla schiena. Faceva caldo e camminavamo da molto. Lui non si lamentava, ma tu forse sentivi la fatica nelle sue zampine. Ti amavo così tanto, chiesi al mio cuore di fare ancora un po’ di spazio.
Quando all’inizio di novembre presi un raffreddore, eri sempre accanto a me, appena potevi, con una zuppa calda e i fazzoletti per il naso. Mi raccontavi del mondo come se mancassi dalle sue strade da anni e anni. Descrivevi i colori, i suoni e i fatti quotidiani. Mettevi attenzione ad ogni cambiamento, perché non fossi impreparata tornando là fuori. E mi portasti un disegno, che mi ritraeva in preghiera, il capo verso il cielo. E accennasti a una canzone, parole incomprensibili per molti ma che tu scandivi chiaramente, a bassa voce. Sono sicura che non mi avevi mai visto così e non avevi mai sentito quel canto segreto. Abbiamo intonato insieme la melodia, e ti ho lasciato camminare nel mio cuore.”

……….

19 dicembre

“Ecco la mia ultima lettera. La scrivo perché è stato in questo giorno, un anno fa che ti ho visto per la prima volta e mi sono innamorata di te. Da allora coltivo la nostra storia, dandole vita continuamente. Come una magia che segue un rituale ben preciso ho raccontato ogni passo del nostro cammino fino a qui. Adesso non posso far altro che aspettare la tua risposta, con la mia fede intatta e il sorriso pronto per quando aprirò la porta. A presto, amore mio!”

Nella buca delle lettere come le altre. Destinatario: Mia anima gemella.

La vita scorre, se ti agiti non raggiungi nulla. Tenendo sempre acceso il faro sulla destinazione, il destino ti offrirà le opportunità che tu desideri. Non sarà la speranza ma l’amore ad accompagnarti sempre sulla tua strada.

……….

19 dicembre, un anno dopo

Nella cassetta una lettera. Mittente: Amore. E una sola parola: “Welcome!”.


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