L’ORO BIANCO
Guardavo le sue lacrime, scendevano così copiose che le pupille sembravano immerse in una laguna. In controluce l’arcobaleno le trapassava, diluendo il dolore che le creava. Nasceva nero come un fiume notturno, scorbutico, senza desiderio di cambiare il suo corso e il suo colore. Turbolento passava nei meandri del cuore, rimestava nel fondale, rabbuiando ancora di più le sue acque. Non poteva però evitare le vaste pianure in cui si inoltrava. Il suo corso si faceva via via più placido, fino a diventare immemore della rabbia che lo accompagnava. Si rifrangeva contro gli scogli della dolcezza, frammentandosi in gocce che si incanalavano pregando verso gli sbocchi degli occhi. Perle iridate con riflessi di felicità passate. Avrei potuto dirgli che conoscevo bene quello stato di solitudine senza scampo, che avevo attraversato anch’io foreste di pietra senza riuscire a piegare l’inflessibile resistenza alla resa. Che mi ero imbattuta nell’avida bocca spalancata della disperazione. Per questo, però, sapevo quanto fossero inutili le parole di comprensione e di conforto. Potevo solo sostenere il suo percorso, aspettandolo alla foce che lambisce il mare. Ed ecco che arrivava qui il suo pianto, diventato prezioso fiume di oro bianco. |
L'oro bianco - Racconto inserito nell'antologia "L'indice delle esistenze - I SENTIMENTI - Aletti Editore - 2014
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